E per nuovo corso si intende nuovo modo di decidere all’ultimo minuto se il verde è pubblico o privato. Abbattuto l’albero in via Dante.
La colpa è degli alberi che non si fanno manutenzione da soli. La crescita senza controllo dei rami che scelgono anche di propria iniziativa come disporsi, è una cosa imperdonabile.
Ed ecco che, quando proprio non se ne può fare a meno, si interviene. Non bastano Piani del verde e consulenti agronomi a pagamento (ex consiglieri di sinistra non rieletti) se le visioni politiche personali largamente condivise e tollerate, spingono all’approccio un po’ old school (democristiano) del fare un po’ come gli va e correggere in corso d’opera con le riunioni per le varianti fatte al bancone del bar.
Ancora peggio quando per anni la manutenzione slitta perché non si sa a chi compete.
“Senza la corretta manutenzione l’albero pur in perfetta salute, ha una pendenza, di oltre il 35% rispetto al piano e rischia lo schianto” fanno saperi i proprietari dell’area.
“Abbiamo un legame particolare, avendolo piantato uno dei capostipiti della nostra famiglia – continuano – non siamo sordi alle esigenze di verde di questa città e stiamo verificando con quale essenza sostituirlo, promettendo che sceglieremo in fretta e possibilmente con una pianta adulta.”
“Se avessimo saputo sin da subito di essere proprietari dell’area, saremmo intervenuti prima”.
Resta il dubbio che negli anni il Comune abbia fatto pagare come suolo pubblico i tavolini e le panche ai proprietari del Pub.
L’altro mistero è la persistenza atavica di diatribe tra condomìni e amministrazione sulla pertinenza di spazi a verde (compreso questo albero), con il Comune che fa a scarica barile fino a che quello spazio non gli serve e se ne appropria direttamente (come pare stia succedendo per la rotonda di via Dante).
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