Gio. Nov 21st, 2024

Presentato ieri in sala Borremans a palazzo Butera, il risultato di una iniziativa teatrale, che vede la collaborazione dell’UIEPE, dell’associazione Ermione e del Comune di Bagheria.

Iride corpo in scene e movimento è il titolo di una nuova strada percorribile per il reinserimento nel tessuto sociale, di persone a cui è stata comminata una pena alternativa.

Delle undici persone coinvolte non conosciamo la storia personale e non è neanche necessaria, conosciamo una parte di percorso, che le ha portate ad esprimere in un elaborato teatrale originale, una parte di loro stessi, nello specifico le loro manie.
La presentazione del progetto, le modalità e gli intenti di cui ci parlano la Dottoressa Anna Internicola, direttore dell’ UIPE, Ufficio Inter distrettuale Esecuzione Penale Esterna Palermo, e la Dott.ssa Aurelia Carrubba, responsabile Area II – Misure e Sanzioni di Comunità UIPE Sicilia, passano in secondo piano seppure importantissime, rispetto al racconto di come il progetto si sia declinato nell’esperienza delle due Operatici Enrica Volponi e Valentina Lorito.

Ci raccontano, dal loro punto di vista, rispettivamente quello dell’ attrice, insegnante di recitazione, e quello di danza terapeuta, come sia stato importante lo scambio umano tra i partecipanti, ma anche tra tutti gli operatori.
Quello che doveva e potrà essere una rappresentazione dal vivo, è diventato un più confortevole video da proiettare in sala con un forte richiamo al teatro dell’assurdo di Beckett, dell’Aspettando Godot. Una storia di breve respiro dove un gruppo eterogeneo di maniaci compulsivi mette in scena la propria debolezza, in attesa di un treno che non passa mai, o passa in binari tanto lontani da potersi ritenere immaginari e irraggiungibili. Seppure la metafora del treno non è forse la più originale in assoluto, originale diventa l’approccio reciproco alla debolezza dell’altro, che si fa sempre con la tolleranza.
Nelle interviste finali proiettate dopo l’intervento di Romina Aiello assistente sociale referente del progetto Iride per Ermione APS, il racconto delle emozioni investite dai partecipanti, con un leitmotiv, quello dell’amicizia instauratasi. In fondo un amico è quello che ci può salvare dal commettere una fesseria, forse è quello che è mancato loro al momento giusto. Forse è quello che manca a molti di noi.

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Di Ignazio Soresi

Classe 1969. Si forma dai gesuiti a Palermo. Studia Economia e Commercio, Scienze Politiche, Scienze Biologiche ed in età matura, Beni Culturali ad indirizzo Storico/archeologico. Opera in ambito turistico. Ha collaborato con diverse testate.