Brevi ricordi del Professore Russo ci divertono, incuriosiscono e ci fanno anche venire nostalgia.
Nella calura di agosto
In un giorno dei primi di agosto degli anni cinquanta, nel primo pomeriggio io e Santo passeggiavamo sotto il sole lungo il Corso Umberto di Bagheria. Ad un certo punto un negoziante ci ha chiesto di aiutarlo ad alzare la saracinesca. Lo abbiamo assecondato. Fatti una decina di passi, un altro negoziante ci ha chiesto la stessa cortesia. E lo abbiamo accontentato. A questo punto Santo ha detto: Arritirammunni vasinno nni fannu rapiri tutti i putii!
Nasciù?
Quando si è sposata l’ultima sorella di mio padre, il marito di lei, all’annuncio della nascita del primo figlio ha detto a noi nipoti che se era un maschio ci avrebbe fatto un regalo. Ogni tanto i miei due cugini più grandi mi inviavano a casa della zia per chiedere se per caso fosse nato il maschio. La prima volta mi hanno gentilmente risposto di no, facendolo seguire da un sorrisetto ironico. I cugini, dopo poco mi hanno inviato una seconda volta. Le zie che assistevano la partoriente mi hanno gridato: Vattinni! E si vieni arrieri scippi lignati!! Alla fine il cuginetto è nato e noi nipoti abbiamo ricevuto il regalo.
La figlia e la mamma
La figlia giovanissima e tornata da scuola e ha urlato: Muoio di fame!
La mamma, costretta ad ascoltare ogni giorno la stessa musica, ha risposto: Tu muori di fame io muoio per disperazione!
’A mafaidda.
Durante una gita estiva, dopo tre ore di pullman, certe cose erano diventate a matapuollu. Battista ha gridato: cu avi na mafaidda
Una signora si è affrettata a dire: ce l’ho io! Eccola! La signora ovviamente non sapeva Battista cosa intendesse mettere in mezzo alla pagnotta. Alla fine, in fondo al pullman tre baldi giovanotti hanno mangiato un pezzetto di mafalda con nulla in mezzo.
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