Ven. Set 20th, 2024

La vicenda dei rifiuti a Bagheria che aveva fatto scattare le indagini lo scorso autunno viene confermata oggi dai provvedimenti del GIP del tribunale di Termini Imerese, e si arricchisce di particolari.

Sono due gli imprenditori agli arresti domiciliari, tre le persone con obbligo di presentazione in caserma tra autisti e dipendenti di un’impresa di Bagheria, un terreno di 10 mila metri quadrati sequestrato, questo quanto contenuto nel provvedimento eseguito dai Carabinieri della compagnia di Bagheria su richiesta avanzata al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo, dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo siciliano.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, nelle indagini di cui si era già avuto sentore nel novembre scorso l’impresa avrebbe dovuto occuparsi di edilizia e di trasporto di rifiuti speciali non pericolosi. Nei terreni di sua proprietà avrebbe organizzato invece una discarica accogliendo e interrando i materiali di risulta di diversi cantieri aperti a Bagheria e nelle zone limitrofe.

Immagine di repertorio

Il meccanismo messo in piedi avrebbe consentito ai titolari dei cantieri di abbattere i costi e non pagare le tasse per lo smaltimento, per un guadagnando di circa 15mila euro al mese.
I Carabinieri hanno documentato almeno 280 scarichi di sfabbricidi, con una media di sette al giorno eseguiti senza soluzione di continuità, per un totale di circa 1.400 tonnellate di materiale inerte.

I terreni agricoli interessati da quello che i Carabinieri definiscono un vero è proprio scempio, sono già in aree sottoposte a vincolo paesaggistico e sismico e considerati in stato di dissesto.
Terreno e mezzi pesanti impiegati, secondo quanto ricostruito, Già nel 2022 erano stati sequestrati dal Tribunale perché considerati nella disponibilità di Nicolò Testa, già condannato per mafia, recentemente scomparso.

La vicenda secondo quanto trapelato già nel novembre del 2023 e che potete rileggere qui, nascerebbe secondo indiscrezioni, da una segnalazione della Polizia Municipale avvedutasi degli accadimenti, durante un pattugliamento. Non ci è dato sapere se il pattugliamento fosse magari volto all’individuazione di modus operandi, pericolosamente molto più diffusi di quel che si può immaginare.

Parlare di ecomafie a Bagheria non è forse così folle, e quanto da noi ricostruito nell’ultimo anno, sulla vicenda dei roghi nelle periferie e in alcune zone dell’abitato, potrebbe rivelare l’esistenza di vere e proprie vasche abusive di raccolta su cui è necessario intensificare indagini e controlli.

P.S. Le immagine a corredo del testo sono immagini di repertorio.

Resta sempre aggiornato con noi. Scegli tu come


Scopri di più da L’inchiesta di Bagheria

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Di Ignazio Soresi

Classe 1969. Si forma dai gesuiti a Palermo. Studia Economia e Commercio, Scienze Politiche, Scienze Biologiche ed in età matura, Beni Culturali ad indirizzo Storico/archeologico. Opera in ambito turistico. Ha collaborato con diverse testate.