Ven. Set 20th, 2024

La vicenda del danneggiamento dell’arco del Padreterno, non va inserito nello stesso contesto degli atti che si susseguono, incessanti sulla città e su corso Umberto.

Raramente scrivo in prima persona, capita per uno strano vezzo, anche quando scrivo sul blog, uso una sorta di pluralis maiestatis poiché spesso, queste riflessioni nascono dal confronto con amici, familiari, cittadini, social, ecc ecc.

Questa volta sono mie personali sensazioni, che non medierò con altri prima di scriverne, per non perderne il sapore, come spesso accade coi sogni se raccontati.

Ieri pomeriggio nella famigerata zona del PTE dove abito, intorno alle 17:30 un gruppo di ragazzi giocava a pallone tra le macchine e proprio davanti l’ingresso del presidio sanitario. Il collegamento mentale coi ragazzi che hanno rovinato a pallonate, il settecentesco arco del Padreterno di cui avevo scritto qualche giorno prima è stato inevitabile, così mi sono avvicinato, e ho fatto la domanda fatidica: “perché qua? Perché tra le macchine? Perché davanti al pronto soccorso?”.

Un paio di questi ragazzi si sono avvicinati, non più di 14 anni, qualche peluria sotto il naso, tanti capelli arruffati o con un ciuffo (odioso perché ricordava il mio quando c’erano i capelli) gli occhiali proprio come i miei di allora, o come quelli di mio figlio: “non siamo di qua, siamo di Altavilla, ci hanno parlato del campetto del Monaco, siamo andati ma era occupato, e abbiamo fatto un giro, ma non ci sono altri posti dove giocare qua a Bagheria.”
Forse perché mi sono sembrati familiari nelle fattezze, forse per il loro modo di parlare così per bene, forse la consapevolezza di non sapergli e non potergli suggerire un’alternativa, me ne sono andato con il cuore spezzato. Se offrissimo alternative a questi ragazzi? Non ho approfondito lo stato economico e per non mortificare non ho suggerito il vicino Meta Gaming Pub, ma lo avrei fatto. Però avevano un pallone ed era ovvio volessero stare all’aperto.
Ma se i ragazzi in via Palagonia avessero lo stesso problema? Ma se potessimo trovare per tutti, spazi di verde su cui giocare?

Perché non pensare di aprire il pomeriggio gli atri delle scuole che sono una presenza capillare sul territorio? Ovviamente con il personale a gestire la cosa.
Perché continuare a minare le prospettive di questi ragazzi negandogli lo spazio per essere quello che sono?
Ma anche questo non è forse compito delle istituzioni? Se le istituzioni da 4 anni sono impegnate a fare altro? Abbiamo una solo notizia di vera politica di inclusione di chi è delegato a farlo? Se la stessa attenzione per le minoranza etniche (sono parole loro che io trovo insopportabili) votanti, fosse spesa anche per questi ragazzi che votanti non sono, che non abitano nemmeno in città , ma che possono essere di arricchimento del territorio?
Ma veramente non vendete le macerie sulle quali stanno facendo crescere i nostri figli? Quand’anche ritirano i sacchetti di rifiuti con regolarità, che è forse un unico obiettivo realmente raggiunto grazie ad una intuizione dei 5 stelle che hanno inventato AMB, è troppo poco, tropo poco per questi ragazzi e per le strade in cui li lasciamo vivere.

#bravofilippocomplimenti #bagherianonecomunepertutti

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Di Ignazio Soresi

Classe 1969. Si forma dai gesuiti a Palermo. Studia Economia e Commercio, Scienze Politiche, Scienze Biologiche ed in età matura, Beni Culturali ad indirizzo Storico/archeologico. Opera in ambito turistico. Ha collaborato con diverse testate.