Ven. Set 20th, 2024

La prima sentenza del processo Octopus che condanna 6 degli 11 coinvolti nel “racket dei buttafuori”, ha lasciato una scia di polemiche, ma solo per gli appassionati del tema.

Se a Bagheria, qualcuno non gli riconosce vocazione mafiosa (noi compreso), bisogna però dire che una certa tendenza a non indignarsi e farsi passare tutto addosso c’è.

Quando Addiopizzo non si spiega come l’attuale amministrazione, non si sia costituita parte civile al fianco dei ragazzi del Caffè Verdone, riaccende il fuoco sulle ceneri.

Quanti bagheresi non sanno che uno dei presunti estorsori individuati, vale 86 voti di una lista a supporto del sindaco Filippo Maria Tripoli?

Una lista elettorale che ha, per altro, in momenti diversi della stessa sindacatura, fornito due assessori, l’attuale Provvidenza Tripoli e il dimissionario (in senso lato) Angelo Barone, oggi impegnato con la nuova società Baaria Light a gestire il progetto di finanza per l’illuminazione pubblica a Bagheria (appalto da oltre 18 milioni di euro), di cui uno degli amministratori è Gioacchino La Bianca. Vicenda per la quale il sindaco è stato chiamato a rispondere in Consiglio Comunale dopo aver lasciato sedimentare le rivelazioni affidate alla stampa locale, per oltre un mese, con la possibile compiacenza del presidente dello stesso, che ha tardato a convocare la seduta.

Poteva questa amministrazione schierarsi? Poteva, ma si è distratta o non ha fatto in tempo. Su tante altre cose si doveva e poteva essere meno distratti. Se oggi per le strade si consentono atteggiamenti di cui si finge di non conoscere la matrice e l’eventuale sviluppo, che speranze diamo a Bagheria? Le marcette, l’esposizione a favore di telecamera, in nessun modo a Bagheria, vanno verso la via dell’azione di denuncia vera e concreta e di contrasto forte, non c’è presa di posizione ferma da parte di nessuno nei confronti di questi fenomeni; non associazioni, ne politici, ne giovani impegnati. Questa assenza è dimostrazione evidente di due cose alternative fra loro e complementari: a Bagheria si ha ancora paura, a Bagheria c’è chi aspetta il turno per godere di certi benefici.
Poi ci sono migliaia di cazzate che impegnano i poveri di spirito in vicende di supremazia ideologica che sono anacronistiche e utili solo a chi deve spartirsi la torta, magari alla fine di un pranzo: il dessert che conclude le portate.
Non c’è vocazione mafiosa a Bagheria, ma c’è troppo silenzio sulla mafia viva.

Postilla: stasera, sotto casa mia, malamovida non ne è prevista: se passate a fare gli auguri alla mia mamma, allora i saluti hanno altro mandante e altro significato.

#bravofilippocomplimenti #bagherianonecomunepertutti #nnapurtammusemprebella #filipposeiunmaestro

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Di Ignazio Soresi

Classe 1969. Si forma dai gesuiti a Palermo. Studia Economia e Commercio, Scienze Politiche, Scienze Biologiche ed in età matura, Beni Culturali ad indirizzo Storico/archeologico. Opera in ambito turistico. Ha collaborato con diverse testate.