Pace e bene a tutti e bentornati nella nostra rubrica. Cominciamo questo nuovo anno con il tempo d’avvento per prepararci al Natale. Il lavoro di preparazione è notevole e ce la si può fare mettendosi in movimento e non lasciandoci vivere. Quindi immergiamoci nella pagina di Vangelo della prima domenica d’avvento.

Il brano che la Chiesa ci propone per la prima domenica d’avvento ha una fortissima parola chiave, vegliate e non lo è soltanto per questo passo ma vale per tutto il tempo di avvento. Già, perché l’avvento è un tempo di attesa e Gesù vuole che lo si aspetti non stando fermi ma rimanendo attenti e concentrati, senza dimenticarci che Egli deve ritornare una seconda volta, non facendosi di nuovo bambino ma per il giudizio finale di cui abbiamo ascoltato nelle ultime settimane. Come fare? Uno spunto molto utile può essere questo: che cosa è essenziale nella tua vita? Ripensandoci, Gesù è nato in condizione un po’ atipiche, diciamo così, ma se guardiamo da un altro punto di vista, capiamo che aveva intorno a se tutto ciò di cui aveva bisogno in quel momento, ovvero l’amore dei suoi genitori e un bue ed un asinello che riscaldavano un po’ l’ambiente della mangiatoia. Parafrasando ciò nella nostra vita, possiamo cominciare, in questo tempo, a capire cosa è realmente importante nella nostra vita, cosa e ovviamente chi. Una volta capito ciò, potremmo iniziare a metterci in moto sul pratico ed allontanare il superfluo che, il più delle volte, soffoca l’essenziale non permettendoci di coltivarlo e farlo fruttare. Ecco il significato di quel “vegliate”, abbiamo tutto il tempo di vegliare anche sulla nostra vita per scanalarla e porre al centro Lui non solo nei nostri bei presepi ma nella nostra vita. Se affrontato con questo intento, allora l’avvento ci porterà al Natale ma non solo la festa in se ma la nascita di una nuova persona che, come affermiamo durante la celebrazione, aspetta la Sua venuta.

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