Una città che, spesso, perde di vista i valori e li recupera male in zona Cesarini. E se lo stadio lo intitolassimo a Maradona?
Scegliamo sempre peggio i modelli di riferimento e quando li scegliamo bene, lo facciamo perpetrando un torto ideologico a un nostro concittadino illustre ma… legato alla destra!
Il peso della kultura nomenklata pretestuosamente, a Bagheria, comincia a farsi sentire.
Mentre il Sindaco Filippo Maria Tripoli dimentica una inaugurazione di una mostra fotografica, e ne annuncia una di pari (o superiore) valore storico per la città (???????), magari pregustando il nuovo nome dello stadio di Bagheria (in un eccesso di zelo), quella kultura che trova casa sotto un’unica bandiera, diventata mamma spudoratamente generosa, cancella la storia di Bagheria.
Maradona, indiscusso campione del calcio, forse non è poi così legato al territorio bagherese se non per un certo difettuccio di cui la città, come ci dice la recentissima cronaca nera, per cui ci siamo tanto congratulati, è affetta (che sia questo a rafforzare il legame?).
L’altra mostra (di cui potete leggere qui) a noi sembra più in tema, raccontando scorci urbani delle nostre strade. Ma come si dice(?)… de gustibus.
L’opera della kultura nomenklata ha però agito in settimana.
Le figure dei martiri di mafia sono figure venerate all’inverosimile da parte di chi sta scrivendo.
Nel 2023, avendo questa amministrazione dimenticato la ricorrenza del 23 maggio, per rendere testimonianza, io stesso ho invitato Il giornalista antimafia Pino Maniaci, in un incontro coi giovani. Falcone e Borsellino sono fari nel mio percorso di vita.
Meritano piazze, strade, scuole, istituti a loro nome, ma perché cancellare la storia di Bagheria scegliendo proprio la scuola intitolata a Giovanni Girgenti?
Ma sapete chi era Giovanni Girgenti?
Giovanni Girgenti nasce a Bagheria l’1 gennaio 1897.
La sua è una famiglia bagherese colta e di talento: il fratello Attilio sarà un poeta del Futurismo mentre l’altro fratello Oreste sarà esponente del partito fascista nonchè podestà di Bagheria ed avvocato.
Nella vita sarà professore ma la sua prolifica attività lo porterà ad essere scrittore di poesie, novelle ed opere teatrali. La sua opera più famosa: Evviva il sindaco gira ancora per tutti i teatri siciliani. Cultore appassionato nel nostro dialetto: famose le sue tradizioni in siciliano di opere immortali come la Divina Commedia di Dante Alighieri e I sepolcri di Ugo Foscolo e persino L’eneide di Virgilio.
La sua fama riconosciuta a livello nazionale (le maggiori biblioteche italiane hanno in catalogo le sue opere) viene misconosciuta a Bagheria: la biblioteca comunale non ha tutte le sue opere e l’unica scuola a lui intestata è stata reintestata ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino (meritano ogni singolo mattone di questa città, che tantissimo ha da farsi perdonare da quegli eroi proprio in tema di mafia).
Rimane solamente un strada anonima a ricordarlo.
Che la sua colpa sia quella militanza della sua famiglia, non degna di Bagheria? Non degna di quella kultura che ha addirittura perdonato l’adesione al nazismo di Heidegger, inventandoselo esistenzialista (definizione che lui stesso non amava affatto), e invece parrebbe non avere perdonato, a livello locale la figura di Girgenti reo di avere vissuto il suo tempo?
Evviva la Kultura!
Le foto di copertina sono di Toni Gagliano.
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