Gio. Set 19th, 2024

Una proroga da Natale a Santo Stefano e il giorno dopo la chiusura del periodo di tutela previsto per la nidificazione, il via inesorabile al taglio. Perché alcune sentenze si rispettano e altre no?

Fa una certa impressione sentire, nel silenzio della siesta pomeridiana, dagli spazi pronti per accogliere i giovani alunni all’ombra corroborante degli alberi, il rumore della moto sega, che distrugge il patrimonio di tutta la comunità. Pronti ad accogliere… si fa per dire, perché spulciando nelle foto e nel video, la cura del verde pubblico che il Comune dichiarava già effettuata il 22 agosto scorso non ci sembra nemmeno iniziata.

Ma c’è un solo bidello, professore, cittadino che ci conferma questi lavori da luglio?

La vicenda dei pini di cui si è cominciato il taglio, è figlia di un contenzioso con alcuni condomini del palazzo adiacente il plesso scolastico, che hanno dovuto ricorrere al Giudice di Pace di Termini Imerese. La loro richiesta è sempre stata quella di una puntuale manutenzione degli alberi del cortile della scuola. La mancata disposizione di interventi regolari e l’impossibilità/incapacità di programmarne da parte dell’amministrazione comunale, ha inasprito gli animi e l’unica soluzione utile è sembrata quella di ricorrere all’abbattimento. Già ad aprile scorso si doveva provvedere, si opposero allora numerosi docenti e il circolo di Europa verde di Bagheria anche in virtù della direttiva europea n. 2009/147/CE, che vieta assolutamente il taglio di rami o alberi  nel periodo di nidificazione degli uccelli, che va dal 15 Marzo al 1° Settembre e la legge 157/1992 sulla protezione della fauna selvatica omeoterma all’art. 21 lettera O  e all’art. 31 che prevede pesanti sanzioni per la distruzione di uova e nidi.

All’epoca si chiese anche di verificare se era possibile mettere in atto una potatura magari più invasiva e poi periodica, o qualunque altra soluzione potesse salvare le alberature sotto la cui ombra si sono formati moltissimi giovani bagheresi.

Ancora oggi i numerosi cittadini si dicono pronti ad incatenarsi ai cancelli per salvare quelli rimasti, preso atto che due ormai sono stati abbattuti.
Una considerazione ci viene spontanea: c’è una sentenza del TAR che imporrebbe al Comune di Bagheria, l’abbattimento di un cancello che, al netto dei divieti di balneazione e di accesso insistenti per altri motivi, consentirebbe la fruizione della baia dei francesi, in strada Mongerbino al 15/t, che risale a tre anni fa, e che non è mai stata applicata. Addirittura si sta cercando di variare il Piano di demanio marittimo, il PUDM, per garantire l’uso esclusivo di quella discesa ad una nota famiglia bagherese che ha li un’attività di BB.

Perché questa differenza di approccio alle sentenze? Perché in questo caso non si è resistito e lottato? Perché non si è cercato anche l’aiuto dei cittadini per confrontarsi e trovare soluzioni?
Dobbiamo aspettarci lo stesso approccio al Bagnera dove i pini hanno questa brutta abitudine di perdere aghi e creare quei disagi che una normale e puntuale manutenzione eviterebbe? O magari già lì si sono tagliati nel silenzio di tutti?

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Di Ignazio Soresi

Classe 1969. Si forma dai gesuiti a Palermo. Studia Economia e Commercio, Scienze Politiche, Scienze Biologiche ed in età matura, Beni Culturali ad indirizzo Storico/archeologico. Opera in ambito turistico. Ha collaborato con diverse testate.