Gio. Nov 21st, 2024

Quando i giochi di potere si fanno a spese dei cittadini comuni, e quando si intersecano con Enti pubblici e presunte coperture sono lo spettacolo più odioso a cui si posa assistere.

Incontro stamattina il Professore Giuseppe Giammanco, volto noto di Bagheria per essere stato dopo la carriera scolastica, Giudice di Pace e Vice Pretore. Giammanco è persona vivace, ancora molto attiva e con il piacere di raccontare e raccontarsi. Ma sopratutto è profondo conoscitore della legge di cui è stato servitore indefesso. È stato uno di quegli ospiti della casa di riposo villa Serradifalco, gestita dalla cooperativa Aretè, tra quelli sfrattati quando si è rifiutato, come altri, di pagare in contanti la sua retta di mantenimento, ravvisando in questa richiesta delle irregolarità, e quando ha scoperto che un atto giudiziario a lui inviato in quella sede era stato, senza alcun titolo trattenuto dalla direzione, mettendone a conoscenza anche gli altri ospiti tutti destinatari di un procedimento che riguarda la gestione della struttura.

Prima di entrare nel merito della vicenda in sé, due parole le spendo per il Vice Pretore in pensione, che per amore di verità racconta l’accaduto senza mai esprimere un solo giudizio di merito, dichiarandosi pronto a ripetere il tutto nelle sedi opportune qualora ce ne fosse bisogno, ma tenendo a precisare che, ai fatti, non aggiungerà altro, e che è sua intenzione, al momento, limitarsi al racconto dei fatti.

La vicenda, qui ricostruita con l’ausilio di altre testimonianze e documenti, si inserisce in uno strano ménage, in cui sono coinvolti diversi soggetti, la cooperativa Aretè, la Fondazione L’Intelligenza Italiana a Servizio dell’Umanità (che secondo le ultime sentenze sarebbe titolare della diritto di proprietà), ma anche il Piccolo Parco Urbano, la GoMad Concerti nella sua duale personalità giuridica di srls e associazione culturale, a quanto pare sostituta dalla nuova Clamore. In questa liason, anche l’assessore Emanuele Tornatore (solutore di inghippi burocratici e per questo degno di voto, indicato così in una chat di cui siamo in possesso) nel suo ruolo di amministratore, per i rapporti che la casa di riposo ha con il Comune di Bagheria, poi a livello personale poiché, malelingue, indicano come socio di una di queste associazioni culturali anche un suo parente stretto.

La società cooperativa che gestisce la casa di riposo, per parecchio tempo non avrebbe pagato 11 lavoratori, che infatti, circa tre mesi fa, si sono licenziati per giusta causa. Le difficoltà economiche sono confermate dal fatto che per oltre tre settimane, la struttura, che ricordiamo fornisce il servizio di ricovero per anziani (persone fragili per eccellenza), ha subito la sospensione dell’erogazione di energia elettrica, dovendo ricorrere ad un gruppo elettrogeno. Si parla di una morosità di oltre 55000 euro, una enormità che fa sospettare una gestione congiunta del servizio elettrico, con il Piccolo Parco Urbano, che giustificherebbe tali consumi. D’altronde non è novità per nessuno che il figlio della presidente della Aretè che gestisce la RSA, è presidente della APS Piccolo Parco Urbano ed anche vice presidente di GoMad (non sappiamo dirvi se della Srls o della associazione), così come il presidente di GoMad è vice presidente del Piccolo Parco.
Confusi?!? Non vi preoccupate: è normale! Serve proprio a quello.

I lavoratori hanno avanzato richiesta di pignoramento dei conto corrente bancari e dei beni, per ottenere quanto dovutogli. Tra i beni da pignorare anche le rette future in entrata, pagate dagli ospiti o da chi per loro ed ecco dove nasce il problema: la notifica dell’atto di pignoramento, avvenuta proprio in struttura, viene intercettata da una dipendente che consegna alla direttrice. Finiranno nelle legittime mani dei destinatari, dopo oltre una settimana ed unicamente su sollecitazione del giudice Giammanco ospite da 7 anni della RSA, venutone a conoscenza per vie traverse. Nel frattempo era anche addivenuta a tutti gli ospiti (Giammanco compreso che me lo conferma) la richiesta di pagamento in contanti delle rette, per bypassare i conti pignorati. Un tentativo di risolvere un inghippo burocratico, lo fa poi il Comune di Bagheria, che solo dopo l’uscita di un mio articolo pregresso, si risolverà a comunicare che l’ammontare di una mensilità (e le altre?) per due ospiti, che sono sotto la tutela della città di Bagheria, sarà trattenuto dall’Ente a compensazione di alcune tasse, che la cooperativa doveva alle casse comunali.

E qui due considerazioni vengono spontanee: è a conoscenza il Comune che le somme destinate a fini sociali e per le fasce deboli non possono essere stornate per altro e meno che mai in compensazioni?
Il Comune a fronte di ogni transazione di questa natura, è tenuto a verificare che il soggetto a cui viene erogato il pagamento di una prestazione, abbia adempiuto a tutti gli obblighi compreso quelli nei confronti dei dipendenti e nei confronti dell’erario. Come può essersi verificata una morosità tale da trattenere le somme delle rette? C’è stato forse un omesso controllo?

I retroscena più tristi sono di certo:
la morte, per infarto, di una delle ospiti che aveva scelto di trasferirsi in altra struttura, poco dopo averla raggiunta, come ha dovuto fare lo stesso Giammanco, e molti altri, per non sottostare al fatto di dovere pagare in contanti con il dubbio di partecipare ad un illecito, ma sopratutto perché espressamente intimatogli;
la situazione degli 11 ex lavoratori che vivono un disagio importante;
il rischio concreto che si sia verificato un grave evento epidemico (forse ancora in atto) sul quale stiamo verificando (e vi faremo presto sapere) con eventuali omissioni da parte di personale sanitario esterno che non avrebbe messo in atto quanto previsto dalla legge, oltre alle gravi inadempienze della direzione stessa.
E come sempre i silenzi degli interessati parlano più di mille parole.

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Di Ignazio Soresi

Classe 1969. Si forma dai gesuiti a Palermo. Studia Economia e Commercio, Scienze Politiche, Scienze Biologiche ed in età matura, Beni Culturali ad indirizzo Storico/archeologico. Opera in ambito turistico. Ha collaborato con diverse testate.