Gio. Set 19th, 2024

Cronaca annunciata, che si manifesta in tanti episodi spesso taciuti e minimizzati dalle autorità e dalla stampa locale, ma che continuano costanti da anni.

Sabato notte, Bagheria, come molte città italiane si trasforma in un girone dantesco ostaggio della malamovida e di giovinastri pronti ad imporsi a tutta la comunità con atteggiamenti che sono classici della baby gang pur mancando forse di alcuni connotati specifici.
La vicenda della giovane turista svedese vittima di un tentativo di stupro, è solo l’apice di un atteggiamento negazionista tenuto per oltre 5 anni da un amministrazione che non ha saputo e voluto chiedere alle forze dell’ordine e al prefetto una maggiore attenzione al territorio, e in ogni caso non ha mai preso una posizione netta e definitiva.
Dopo avere costretto i cittadini ad esporsi in prima persona, organizzarsi in comitati e fare rete tra loro a causa della loro assenza, hanno fatto di tutto per bloccare queste iniziative e dopo 5 anni, un mese e 20 giorni, nonostante i proclami, nonostante i programmi sulla sicurezza copiati proprio dalle proposte di quei comitati che hanno isolato, siamo punto e capo, e nulla è stato fatto di concreto.
Roghi, illegalità, furti d’auto, atti vadalici (sabato notte sempre a palazzo Alfano in corso Umberto, ormai sede ufficiale di una baby gang), fuochi d’artificio illegali, mezzi senza targa, disturbo della quiete pubblica, sono eventi, talmente all’ordine del giorno da non fare più notizia. Complice il fatto che le notizie a Bagheria, devono andare a senso unico e vanno anche edulcorate (per non dire manipolate) proprio dalle pagine istituzionali dell’Ente.

Palazzo Alfano
Atto vandalico nella notte tra il sabato e la domenica

Nessuna delle cose elencate andrebbe presa sotto gamba, perché inquadrate in un contesto più ampio, sono sintomi di una malattia più grave.
Verrebbe da pensare che non si vogliono forze dell’ordine in giro a Bagheria, che tutto questo lasciar fare sia dovuto proprio alla necessità di non avere in giro troppo controllo e che quello che accade a Bagheria non deve uscire da Bagheria.
In questo sta la differenza con le altre città italiane dove si stanno manifestando questi eventi: l’attenzione delle istituzioni e la ricerca delle soluzioni di un problema sentito come pressante. A Bagheria è sentito come pressante se ne parla qualcuno (altrimenti tutti tacciono) e il problema viene fuori in 3 minuti di intervento infastidito a margine di 45 minuti di appalti vari raccontati con amore e passione, a dimostrare che la priorità non sono i cittadini, a 19200 dei quali va benissimo tutto così, la città pare Zurigo e si sentono autorizzati a fare quel che gli va.

Resta sempre aggiornato con noi. Scegli tu come:


Scopri di più da L’inchiesta di Bagheria

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Di Ignazio Soresi

Classe 1969. Si forma dai gesuiti a Palermo. Studia Economia e Commercio, Scienze Politiche, Scienze Biologiche ed in età matura, Beni Culturali ad indirizzo Storico/archeologico. Opera in ambito turistico. Ha collaborato con diverse testate.