I ricordi del Professore Antonino Russo, anche nella semplicità delle interpretazioni degli eventi e delle ricostruzioni del passato di Bagheria coi suoi usi e costumi, restituiscono immagini romantiche.
Una cosa che caratterizzava la vita dei nobili del ‘700 erano le feste, sempre allietate dalla musica.
I musici a volte abitavano nella stessa villa, altre volte venivano invitati al momento. In parte erano autodidatti, ma c’erano anche quelli che avevano studiato. I musici di pietra di villa Palagonia danno l’idea di una società dedita al divertimento fine a se stesso.
Il Principe voleva offrire ai suoi familiari e agli amici che lo andavano a trovare la sensazione che la vita della villa trascorresse lietamente. Cosi ha fatto inserire, tra i personaggi di gesso, alcuni musici intenti a suonare i loro strumenti.
Alcuni bambini sostenevano di udire alcuni strumenti. In effetti era una loro impressione perché nei dintorni non vi era alcuno intento a suonare.
Quando io ero ragazzo la villa Palagonia veniva affittata dai proprietari di allora per effettuarvi feste di nozze.
Dopo l’intrattenimento, una orchestrina composta da pochi elementi suonava alcuni motivi noti e gli invitati ballavano. A tarda sera, poi, le persone adulte abbandonavano la sala, mentre noi giovani ci fermavamo a ballare fino al sorgere del nuovo giorno.
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