Le stesse code alle 4 del mattino che allo sportello di Villabate, inaccessibile ai disabili, serve le utenze di tutti i comuni del comprensorio. Non è “tanto per lamentarsi”, è l’ennesima presa in giro.

Riceviamo una segnalazione di una cittadina flavese che venerdì scorso era a turno dalle 6 del mattino, arrivata in ritardo rispetto a chi era lì dalle 4. Ancora alle 11:00 quando ci chiama, il suo turno non era arrivato. Le chiediamo qualche foto mentre siamo al telefono per mostrare la verità dei fatti. Allo sportello AMAP di Aspra ci sono gli stessi disaggi che a Villabate ma non devi arrivare fin là. Almeno questa consolazione.
Anche oggi che è giornata di ricevimento stessi identici disagi.
Non è una vittoria come proclamato, non è la panacea che salva dai disservizi, è piuttosto una placebo, una di quelle medicine finte che non fanno effetto, ma convincono il tuo cervello che stai guarendo. La malattia torna appena leggi la fattura coi consumi, in alcuni casi con costi aumentati del 100% e appena devi comprare l’acqua da bere, perché la dicitura potabile sulle bollette serve a farcela pagare di più, non a berla davvero.

Ma l’apoteosi è l’acceso per disabili. Allo sportello si accede da una scalinata meravigliosa con un bel montascale fatto apposta appena montato, CHIUSO IMBALLATO.

La corsa a colmare il gap con la civiltà e l’attenzione ai cittadini, ai quali vengono preferiti gli appalti pubblici (ma anche quelli privati dove magari tra i progettisti troviamo figli di dirigenti comunali), produce queste storture, dove un disabile con limiti di deambulazione è costretto ad attendere in piedi e ad accedere ad un sportello, nonostante sia in bella mostra l’alternativa, senza potere aggirare le barriere architettoniche.

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