L’intuizione della coalizione Bagheria inComune, di proporre la candidatura di Pino Fricano come Sindaco espressione di tutta la città, e la disponibilità dello stesso a farsene carico, non lascia indifferenti.
Non un uomo nuovo, ma una nuova idea, alla base di una serie di fermenti che a pochissimi giorni dall’annuncio delle candidatura sembrano scuotere finalmente il quadro politico bagherese. La scelte del candidato a Sindaco della coalizione formata dal Movimento 5 Stelle e dalla lista ReteCivica Bagheria, è caduta sulla figura di Pino Fricano, bypassando le primarie e con un atto di presa di coscienza da parte di tutti.
Pino Fricano, che è già stato sindaco dal 2001 al 2005, ha accettato di mediare le anime della coalizione: quella guascona e quella ormai più politica. A muovere il professore, lo spirito di servizio, la formazione fortemente cattolica e la volontà di portare la propria pregressa, poliedrica esperienza in direzione della crescita di una città paralizzata in un andamento che ci raccontano veloce, ma talmente veloce e spedito, da andare all’indietro. Bagheria sembra si possa svegliare dal sonno e cominciare a pensare: e se…? Ma magari…? Eppure…?
Ecco che già da domenica sera non si parla di altro, in molti ambienti: nei bar di corso Umberto, nei ritrovi di via Dante, di via Mattarella e di via Libertà (finché in quest’ultimi si ci può arrivare), tra la gente comune e tra i politologi sgamati. È un fermento vero, bello, democratico, che potrebbe, se volesse, andare oltre le segreterie e restare alla città e ai cittadini il cui volere è sovrano.
Quella necessità di ascoltare le istanze del territorio e di renderle tecnicamente momenti di sviluppo della comunità, trovano in Pino Fricano giusta incarnazione. Perché fermarsi all’ovvietà? Perché non osare? Perché non farsi trascinare dall’onda alta della democrazia e dei suoi moti?
Ci sono competenze tecniche, doti amministrative e le giuste sensibilità alle istanze della comunità, che sono sparse in molte diverse realtà politiche che spesso non ammettono di avere approcci simili. Se, come sembra, la gente si sta appassionando ad un’idea nuova, oggi solo sussurrata, chi siamo noi per deluderne speranze, aspettative, o anche semplici curiosità? E chi siamo noi per ignorare la voglia di una alternativa che sia finalmente REALE, CONCRETA, FATTIVA E FATTIBILE?
Qualcuno parla di telefoni caldi, di animi che si infervorano nelle riunioni di quelle compagini che si proponevano come altro rispetto a questa amministrazione e che, ad oggi, erano ancorati al terreno tra veti incrociati e incomprensioni e che sembrava stessero per gettare la spugna, e che ora paiono crederci di nuovo, sembrano rianimarsi, confrontarsi, riconoscere ognuna le proprie prerogative nel momento che potrebbe essere quello giusto, il momento di fare la differenza.
Alla fine in qualche modo un vento di novità da qualche tempo soffia sulla città, piano piano smuove tutti, anche chi nuovo non è, ma si muove e pensa in modo nuovo.
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