Fu fondatore nel 1980 del Fuori! di Palermo e Consulente del Sindaco di Bagheria negli anni dal 1998 al 2010 per la realtà omesessuale, direttore dell’omonimo Centro d’Arte Cultura insorge alla notizia dell’atto vandalico.
“Apprendo dai mezzi di informazione, che è stata divelta la targa commemorativa dei due ragazzi di Giarre, trucidati nell’ottobre 1980 dall’odio e dalla violenza antigay”, ci dice Montana.
“Per me non si tratta solo di un gesto vandalico, ma di qualcosa di più grave ed inquietante, che ha a che fare con l’insopportabile e patologica sopraffazione dell’atto irruento proprio dell’omofobo, del sentimento devastante dell’odio profanatore, caratteristico di quanti vedono nell’altro un nemico da abbattere, seppure morto, col volerne distruggerne, eliminarne persino il ricordo.”
“Per me aver divelto la targa commemorativa dei due ragazzi di Giarre, già fatti fuori, eliminati dalla società del tempo in cui vissero – continua – non significa però solo un volerne eliminare la memoria, ma anche un voler lasciare sul luogo dove la targa era eretta, attraverso i rottami che di essa restano, i segni della presenza prevaricatrice.”
“É questa presenza che mi inquieta. É questa presenza di cui bisogna tener conto, perché essa quand’anche assente, resta, rimane sempre in agguato. Essa dunque restando in attesa – conclude Piero – è già pronta a provocare altri danni non solo alle cose ma anche alle persone e non alle persone qualsiasi ma a persone come me, a persone che hanno reso visibile, come visibile era la targa commemorativa dei due ragazzi di Giarre, la loro omosessualità, rivendicata da sempre con orgoglio come una speciale caratteristica e qualificazione umana.”
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