Pace e bene, bentornati nella nostra rubrica. Eccoci giunti alla terza domenica d’avvento, rinomata come “la domenica della gioia”. Il protagonista è Giovanni il battista: scopriremo questo grande personaggio e cercheremo di attingere da lui. Non mi resta che augurarvi buona lettura.
Come dicevamo, questa domenica il Vangelo vede come tema centrale la testimonianza di Giovanni il battista, l’ultimo eccezionale profeta mandato da Dio prima di Gesù. Giovanni va controcorrente e contro tutto ciò che si oppone al progetto di Dio. Nel farlo indica qual è la via da seguire, anche a costo delle persecuzioni e della morte. L’evangelista Giovanni, di cui abbiamo ascoltato il brano ieri, lo presenta in un modo solenne, dedicandogli uno spazio nel suo celeberrimo prologo: venne un uomo mandato da Dio, il suo nome era Giovanni. Egli venne per dare testimonianza alla luce. Infatti Giovanni è il primo testimone di Gesù e tutti i Vangeli sono concordi nel dire che la missione di Giovanni sia stata indicare Gesù come il Cristo. Una peculiarità di Giovanni è la sua umiltà; egli era l’uomo più in luce del momento, le folle pendevano da lui e lo seguivano ma non si è mai lasciato andare alla superbia affermando di non essere il Cristo ma solo voce di uno che grida nel deserto. Quando verrà Gesù, Giovanni lascia la scena pubblica con grande serenità e tranquillità, chissà se anche noi riusciremmo a lasciare quel piccolo spazio che ci siamo creati in società quando arriva qualcuno più bravo di noi. Ma, oltre al battista, ieri era la domenica della gioia e non c’è più grande gioia per un credente che camminare insieme con Gesù. Certo, non si tratta di una passeggiata salutare per smaltire il pranzo ma un lavoro, lavoro da fare con gioia. E allora lavoriamo, come il battista, come l’Immacolata per vivere il Natale con gioia perché, come dice Gesù: la vostra gioia sarà piena.
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