Un ricordo del Professore Antonino Russo ci fa riflettere sul passato di Bagheria e sulle feste minori celebrate per la comunità, quando “essere comunità“ era anche un valore.
Oltre alla imponente festa di San Giuseppe, che di solito si svolgeva nel mese di luglio di ogni anno, vi erano a Bagheria altre feste minori di tipo rionale. Vi era la corsa dei sacchi ai tre portoni, la corsa degli asini a Sant’Antonino, ‘A prisa ‘ntinna” ad Aspra. La corsa dei sacchi era divertente perché procurava parecchi inconvenienti ai partecipanti.
Intanto non era facile trovare i giovani che intendevano cimentarsi nella gara. All’ora stabilita un giovane entrava in un sacco, con l’orlo dello stesso che andava a finire all’altezza del suo petto. Le mani del giovane cercavano di trattenere gli orli del sacco. Le mani, strattonando gli orli del sacco cercavano di alzarlo e spingerlo in avanti, assecondando il saltello dei piedi. Se il personaggio non era abile e non aveva esperienza in merito, dopo pochi saltelli finiva a terra. E alzarsi, sempre rimanendo con i piedi dentro il sacco, era un problema arduo. Questo faceva sì che un paio di giovani che erano riusciti a prepararsi per bene, avevano sempre la meglio sugli altri concorrenti. Questo fatto faceva dire agli spettatori che già si sapeva chi avrebbe vinto. Il vincitore della corsa dei sacchi era considerato una specie di eroe e veniva issato sulle spalle di un paio di baldi giovanotti e accompagnato in un paio di giri della strada che portava alla chiesa. Il corteo era seguito da una piccola folla festante e plaudente. Di solito si correvano tre o quattro batterie e poi si faceva la finale per proclamare il vincitore assoluto. Questo veniva portato in trionfo e la folla gridava e applaudiva a più non posso. Tutta la tensione poi si scaricava sgranocchiando calia e semenza e dolciumi vari.
Resta sempre aggiornato con noi: