Dom. Nov 10th, 2024

La rassegna di spettacoli su Padre Pino Puglisi, ha fatto ultima tappa il 29 settembre nella cittadina di Cinisi. Un evento che trova sempre ampia e participata accoglienza.

La “settimana della legalità” di Angelo Sicilia, la rassegna di spettacoli dedicata a Padre Pino Puglisi, nel trentennale del suo martirio, con la storia del “prete che combatteva la mafia col sorriso”, è stata accolta con grande curiosità e interesse da parte degli studenti a cui è stato proposta. Uno stimolo, un invito a fare di più e ogni giorno nel segno della legalità.

L’iniziativa di Angelo Sicilia, da 25 anni impegnato a diffondere una cultura della legalità con la sua Compagnia dei Pupi Antimafia, ha toccato in questi giorni, i luoghi spesso simbolo del fenomeno mafioso nell’immaginario comune. Da Cinisi a Corleone fino ad una scuola di periferia a Palermo. Una serie di attività per restituire ai giovani l’insegnamento di Padre Puglisi, anche in quartieri spesso ai margini, quale Falsomiele, che ha ospitato una tappa preso l’I.C.S. “Pirandello – Borgo Ulivia”, a rischio per l’alto tasso di povertà educativa, criminalità e disoccupazione.

Dice Angelo Sicilia:

l’iniziativa vuol dire dare un segno. Perché, come diceva Don Puglisi: “Noi ci siamo sempre. Siamo un’alternativa al modello di comportamento mafioso”. Quindi: Ritornare a regalare le parole di Don Pino a questi giovani è dare un segno di speranza – afferma l’artista – è stare al fianco dei docenti sopratutto quelli che scelgono ogni giorno di stare in trincea, invece di spostarsi in altre scuole di quartieri socialmente più evoluti. Quartieri dove fare l’insegnante assume un ruolo più importante. Un ruolo che non è soltanto di educare, ma è anche quello di contrastare la tentazione criminale e il comportamento deviante. Facciamo RETE. E soprattutto, con la storia di Padre Puglisi, ancora una volta, non perdiamo la memoria.

Lo Spettacolo.
“Padre Pino Puglisi. Un prete contro la mafia”

Quella di Pino Puglisi, beatificato dalla chiesa, è la storia di un prete di frontiera che è stato ucciso dalla mafia perché faceva semplicemente il suo mestiere. In Sicilia, infatti, non si ammazzano solo giudici e forze dell’ordine, ma anche i ministri di Dio che hanno il coraggio di alzare la testa, di lottare per donare condizioni migliori a bambini destinati a divenire manovalanza per le associazioni criminali. Angelo Sicilia riesce, con questo spettacolo, a narrare la semplicità e la forza di “3P”, la sua coraggiosa ribellione, incastonandola abilmente nella difficoltà culturale di un quartiere come Brancaccio che appare in tutta la sua inesorabile decadenza. Se da un lato viene palesata, in tutta la sua forza distruttiva, la cultura omertosa e la violenza, dall’altro la gioia dei bambini riesce a lenire questo crudo realismo. La narrazione fuori campo è affidata al cantastorie che riesce a tessere il filo rosso che unisce la drammaticità e la bellezza di questa storia. Gli spettatori si troveranno ad osservare l’indifferenza dei palermitani dinanzi al corpo martoriato del prete e saranno chiamati a scegliere subito da che parte stare.

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Di Ignazio Soresi

Classe 1969. Si forma dai gesuiti a Palermo. Studia Economia e Commercio, Scienze Politiche, Scienze Biologiche ed in età matura, Beni Culturali ad indirizzo Storico/archeologico. Opera in ambito turistico. Ha collaborato con diverse testate.