Dom. Nov 24th, 2024

La stagione delle stragi sarebbe iniziata di lì a poco e l’omicidio dell’imprenditore che si era opposto al racket, sembrò assestare un duro colpo alla Palermo per bene.

Quello che è veramente disarmante e la facilità che abbiamo, in questo contesto urbano, di dimenticare certe figure che ci obbligano a confrontarci con la realtà vicina e contemporanea. Siamo pronti a commemorare Spank e Dorakiki, Mirko e i Behave, Ultraman e Doraemon, ma ultimamente se si parla di mafia o lo si fa inneggiando ai massimi sistemi, oppure in questo Comune è tabù.
Forse a questi giovani bisogna raccontare di questi esempi. Tutti questi ragazzi impegnati politicamente, lo devono sapere che mercato alimenta la cannetta al chioschetto.
Perché il problema non è la cannetta e chi se la fa, ma il mercato che c’è dietro.
La stessa gente che costringeva la famiglia di Libero Grassi e vivere nel terrore di una ritorsione, la stessa gente che non potendo sopportare l’onta del rifiuto di chi ha alzato la testa per dire NO, lo ha ucciso, pensando di estirpare il male alla radice. I ragazzi di oggi vanno guidati alla memoria di cose che abbiano un senso reale nel presente. Sentire le dinamiche di certe memorie più lontane e non avere la sensibilità per queste, ci appare strumentale e pretestuoso.

Quella stessa realtà a cui si consegnavano cittadini scomodi per intimidirli, non avendo ancora capito la scorza di quei cittadini, oggi c’è ancora, e lo dimostra la distrazione nei confronti di certe date e certe commemorazioni.
Addiopizzo pochi mesi fa lamentava come il Comune di Bagheria non si fosse costituito parte civile al processo contro il racket dei buttafuori al fianco del caffè Verdone.

Essere contro la mafia significa essere al fianco dei cittadini, significa interpretarne le istanze di sicurezza, significa essere CRISTALLINI, in ogni atto amministrativo significa non farsi piegare da logiche clientelari pur anche fosse ormai prassi politica, significa uscire da un locale se sai che c’è gente equivoca (e lo sai).
Essere contro la mafia significa essere capaci di dire NO, come fece con coraggio Libero Grassi.

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Di Ignazio Soresi

Classe 1969. Si forma dai gesuiti a Palermo. Studia Economia e Commercio, Scienze Politiche, Scienze Biologiche ed in età matura, Beni Culturali ad indirizzo Storico/archeologico. Opera in ambito turistico. Ha collaborato con diverse testate.