Ven. Set 20th, 2024

Bentornati in questa rubrica, nelle scorse settimane le varie pagine di Vangelo proclamate lasciavano diversi spunti di riflessione. Stavolta, invece, tutto ruota intorno ad una domanda, vediamo un po’.

L’episodio evangelico che la liturgia ci propone ieri vede come sfondo Cesarea di Filippo, città dell’epoca. Ad un tratto Gesù si ferma e pone una domanda ai suoi discepoli: “la gente chi dice che io sia?” Ed essi cominciano una serie di risposte, ad esempio Giovanni il battista, vengono anche citati altri profeti come Elia o Geremia. Ma a Gesù interessa altro, ed ecco il punto focale, Egli pone un’ altra domanda, stavolta diretta proprio agli apostoli: “voi chi dite che io sia?” Prima di andare avanti, anche noi proviamo a dare una risposta a questa domanda, così di getto: chi è per te Gesù? Possono uscire varie risposte come lo è stato all’epoca ma è giusto dire che un cristiano non può non ricordare che Gesù è innanzitutto il Figlio del Dio vivente, fattosi carne. Questo è Gesù, e Simone di Galilea lo afferma senza pensarci un attimo, per questo Gesù lo esalta tanto da affidargli un compito unico, d’ora in avanti sarà Pietro e avrà le chiavi del Regno dei cieli. E la sua parola vale per sempre, Pietro lo rinnegherà ma non per questo Gesù smetterà di amarlo, a dimostrazione che la sua misericordia è eterna. E noi? Beh, tante volte siamo come Pietro, sia in bene che in male ma per quanto possiamo fallire e peccare, dobbiamo provare ad instaurare con il Signore una relazione con l’ottica del “per sempre”. Dio non ha una scadenza con noi, non si mostra per un periodo di tempo oppure vi è una lista di attesa per parlargli. Egli sempre accanto a noi, sta piuttosto a noi cercare di rimanergli vicini. Facendo così impareremo sempre di più e compiremo ciò per cui siamo siamo in questo mondo.

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Di Walter Di Gristina

- Studente di giurisprudenza - Giovane francescano - amante della giustizia, dello sport, della buona cucina e della filosofia.