Gio. Nov 21st, 2024

L’abitudine di mettere le parole in bocca alla gente, non rende un buon servizio alla comunità. Secondo la narrazione i due malcapitati sarebbero nelle accoglienti mani del Comune: nulla di più falso.

Purtroppo, la visone miope di alcuni non aiuta ad affrontare nel modo corretto le problematiche della città, e questo è solo l’ennesimo caso.
Oggi, Gesualdo Vanella e Ignazio Preziosi, sono due sfollati in tempo di pace, a cui è impedito l’accesso alle proprie abitazioni, sia pure per recuperare effetti personali, e che non hanno ricevuto alcun aiuto concreto da parte del Comune, nonostante il crollo del tetto della casa popolare che li ospitava al pianterreno e al primo piano.

La cronaca dell’evento avvenuto nei giorni scorsi è ormai nota a tutti, ma quello che non è noto e che a Bagheria non si è trovato un posto dove ospitarli, sono stati indirizzati alle assistenti sociali che glielo hanno comunicato con il giusto tatto e nulla di più hanno fatto, e loro, al momento, hanno trovato sistemazioni di fortuna autonomamente, assolutamente inaccettabili per le difficoltà lavorative e di salute di uno di loro e per il disagio logistico per l’altro.
Una telefonata dell’assessore alle politiche sociali Francesco Gurrado, e l’assessore al decentramento Andrea Sciortino che starebbe verificando soluzioni con lo IACP che purtroppo non sarebbero così immediate come necessità vorrebbe. La soluzione prospettata dai sevizi sociali sarebbe al massimo, una verifica per la presenza di posti in un DORMITORIO a Palermo.

Alla luce di questo è plausibile una dichiarazione di entrambi in cui ringraziano “il sindaco Filippo Tripoli e l’assessore Andrea Sciortino che si sono dimostrati molto sensibili e ci sono stati vicini”?
Come è possibile che non si sia pensato ad un letto e due armadi anche in una delle sedi elargite ad associazioni e organi istituzionali? Perché non attivare i corridoi di solidarietà di questa comunità, con le associazioni a cui siamo tanti vicini, anche per i generi di prima necessità come gli abiti? E possibile che solo il giorno dopo un disastro, i cittadini debbano già sentirsi abbandonati o quasi?

Gesualdo e Ignazio sono cittadini come noi e stanno vivendo, loro malgrado un grandissimo disagio, attiviamoci per aiutarli, magari una casa sfitta per ospitarli temporaneamente, e magari qualche abito, maglie, pantaloncini, intimo, chi ha possibilità o idee le tiri fuori e dimostriamo cosa significa essere comunità ed essere disinteressati.


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Di Ignazio Soresi

Classe 1969. Si forma dai gesuiti a Palermo. Studia Economia e Commercio, Scienze Politiche, Scienze Biologiche ed in età matura, Beni Culturali ad indirizzo Storico/archeologico. Opera in ambito turistico. Ha collaborato con diverse testate.