I paradossi di una città amministrata a misura di voto. Mentre elargiamo sedi ad associazioni che vorremmo amiche, restituiamo fondi per i bisognosi, fondi FSE stanziati durante la pandemia.
Quello che manca è la comunicazione: può questa amministrazione essere certa di un ritorno di immagine e di voti da queste operazioni clientelari?
A noi non risulta affatto questa proporzionalità diretta tra elargizioni e voto, quando si tratta di associazioni che devono poi confrontarsi con TUTTE le amministrazioni, qualunque esse siano o saranno.
La notizia è la cessione di due beni confiscati alla mafia, uno alla Caritas e uno alla Croce Rossa, ma le domande sono tante.
Nel caso della Caritas, si rende necessaria una sede per i futuri lavori alla gradinata dello stadio (che continua ad essere usato per gli allenamenti nonostante il cantiere aperto, e la colpa non è dell’amministrazione che ha organizzato gli appalti affinché nell’ultimo anno fossero utili alla campagna elettorale, ma di chi denuncia, in che modo e dove sono costretti ad allenarsi e a giocare).
L’azione clientelare è evidente, perché il disinteresse delle dinamiche sociali delle persone in difficoltà di questa amministrazione, è dimostrato, tra le altre cose, dalla restituzione di quasi 67mila euro di fondi europei che si sarebbero dovuti utilizzare per le emergenze Covid.
Come tutti sanno, i poveri a Bagheria sono finiti e 67mila euro rimasti, li restituiamo. Mentre oggi eroghiamo 3000 euro sempre all’associazione di volontariato, come contributo. Allora i poveri a Bagheria sono finiti, o no?
A fine febbraio 2019 il Comune di Bagheria, amministrato allora dal Movimento 5 Stelle approvò e si dotò di un regolamento preciso per la gestione dei beni confiscati alla mafia.
Gli affidamenti diretti sono previsti solo in caso di ente pubblico, Caritas e Croce Rossa non lo sono. Può il Segretario Generale, verificare la bontà di queste assegnazioni senza che si sia costretti a interpellare altri organi?
L’azione di queste associazioni sul territorio è ENCOMIABILE E MERITEVOLE. Siamo certi che loro stessi sono i primi ad esigere che tutto venga fatto a norma di legge.
Queste sono le incongruenze di una città in cui accade che crolla il tetto di una abitazione ad Aspra, con un cittadino che scampa miracolosamente al disastro e il sindaco dopo avere festeggiato il centenario di un omonima, non si fa nemmeno vedere in zona.
E ancora: si sono revocate in autotutela delle determine di affidamento di altri beni confiscati, che saranno a quanto pare affittati a privati, e per le quali oggi si è riaperta la procedura di interesse come si sarebbe dovuto fare per Caritas, Croce Rossa e pare sia di mezzo un’associazione di pensionati vicinissima alla figura dell’ex assessore Emanuele Tornatore. Due pesi e due misure? O per confondere le acque della solita opinione pubblica plaudente? Ma i controlli su quello che fa questa amministrazione sono affidati a Manetta e Basettoni?
La consolazione è che mancano solo 3 mesi, e da gennaio in poi si dovrà andare verso l’amministrazione ordinaria, tutte queste case popolari per gli amici finiranno.
Chiunque abbia voglia di approfondire abbiamo una lista di associazioni alle quali sono stati messi milioni di paletti e bastoni fra le ruote, per ottenere un buco per fare attività sociali varie, pronte a dire la loro e raccontarlo. Ma non votano Filippo.
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