Concessioni, autorizzazioni, mancata vigilanza e in alcuni casi partecipazione diretta di organi istituzionali: ecco perché Bagheria è l’unico comune di Italia dove non si prendono provvedimenti.
Il venerdì o il beverdì è diventato ormai un momento di terrore e agitazione per moltissimi cittadini bagheresi, che vedono alcune zone della città assediate da uno stuolo di ragazzi, complici alcuni esercenti, che si producono in illegalità di vario tipo con il benestare tacito delle istituzioni.
Nonostante le segnalazioni, esposti, denunce, filmati e prove che circolano anche in rete, e nonostante gli incontri con vicesindaco e assessori vari (attuali ed ex) nessuno ha trovato il tempo di fare rispettare le ordinanze sindacali in vigore, ne di emetterne una che taglierebbe la testa al toro in 10 minuti, in una cittadina di 60 mila abitanti dove per avere i Vigili Urbani di notte bisogna impegnarli in progetti straordinari.
Ma non noi non siamo il sindaco Filippo Maria Tripoli, e dipendiamo perciò dalla sua capacità (????) decisionale.
Non solo. In una zona specifica l’impegno dei residenti aveva pure risolto quasi completamente, il Comune invece è intervenuto rilasciando una autorizzazione ad eventi (a 50 mt dal pronto soccorso), cosicché, invece di tutelare i cittadini, gli va contro. La vicenda della So.Ge.R.T. e il pignoramento dei conti bancari aveva già chiarito l’attenzione e la sensibilità verso i suoi amministrati, che lui stesso classifica in buoni e cattivi.
La nuova sentenza della Corte di Cassazione di Brescia proprio in tema di responsabilità del comune nei confronti di quanto accade durante la movida, inchioda le amministrazioni (immaginate quella di Bagheria che è proprio l’artefice e che vi partecipa), il che lascia intendere che i tanti comitati sorti
spontaneamente sul territorio, potrebbero usare, questo strumento di denuncia dell’operato dell’amministrazione, per avere una città normale in cui, certi fenomeni, vengano arginati come nel resto d’Italia e non ignorati bellamente e anzi accreditati da presenze istituzionali come una pattuglia dei Vigili Urbani che ogni mattina fa colazione presso uno di questi esercizi incriminati, quasi a legittimarne l’operato o membri di organi istituzionali del Comune che vi partecipano, indifferenti a ciò che gli accade intorno
per poi fingersi sensibili alle problematiche della città che invece da un lato fomentano con un atteggiamento che non è d’esempio (e tanto gli si chiede… Null’altro).
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