Dom. Nov 24th, 2024

La maggioranza senza numeri in consiglio, le opere incomplete, la gestione allegra della cosa pubblica, sono niente in confronto al degrado sociale e all’abbandono della città.

Se le operazioni di normale amministrazione devono andare nella direzione di una città vivibile, solo persone con il prosciutto sugli occhi possono negare che Bagheria ha un grande problema. Manca l’attenzione al sociale. Una gravissima sconfitta per tutta la comunità, avere lasciato che certi fenomeni che andavano risolti nelle zone di maggiore degrado, puntando sull’integrazione, sull’inclusione e sull’abbattimento del concetto di ghetto, si siano piuttosto globalizzati per diventare fascia preponderante del tessuto giovanile bagherese.
Che l’assessorato preposto, sia per altro diventato merce di scambio politico è ancora più vergognoso, in un momento in cui il degrado grida da ogni angolo, è l’impegno in quella direzione avrebbe dovuto e dovrebbe essere in futuro, assolutamente diverso.

Non importa cosa e chi hanno fatto meglio, prima o dopo, importa che, ADESSO, ci sono ampie porzioni del territorio assolutamente invivibili.
Sono situazioni di disagio diffuse a varie latitudini ma che possono essere affrontate con atti coraggiosi come quelli messi in altro in altre cittadine limitrofe. Intanto sarà necessario un intervento di ampio respiro anche solo di chi amministra, e non ha capito che contrada Monaco si è trasferita sotto casa sua; quindi politiche dedicate ad una sinergia famiglia, scuola e ente locale, che però darebbe risultati alla lunga.
Per arginare oggi il fenomeno, che per altro facilita episodi alla luce del giorno, di spaccio e consumo di stupefacenti, nonché la diffusione dell’alcolismo su cui tutti minimizzano, basterebbe applicare le leggi in materia di manifestazioni pubbliche non autorizzate, o ancora un controllo capillare della vendita di alcolici ai minori, o delle ordinanze sindacali in materia di mescita. Ancora, imporre orario di chiusura e la chiusura preventiva, in caso di violazioni. L’occupazione di suolo pubblico con avventori in prossimità del locale, per esempio, è una violazione. Se in 4 anni non hai fatto un solo passo in questa direzione, ammorbando città e giovani con le sciocchezze del gusto, le fontane, le ville e ad altre caz…. te in ordine sparso, non hai fatto niente. Si racconta che ad Aspra il presidio da parte delle forze dell’ordine di una zona di malamovida, abbia risolto il problema: perché in città non è possibile?!? Perché devono esserci giovani di serie A e dall’altro lato gli sfasciati? A chi serve premere il piede sull’acceleratore della divisione sociale? Qualcuno pensa di essere portatore di quelle istanze, di captarne i voti? Questo è il progetto? Consegnare la città ad un disagio comodo perché votante?
Il video pubblicato dal Comitato dei residenti di via Capitano Luigi Giorgi con due ambulanze al pronto soccorso e i familiari in fibrillazione, e a 20 metri la movida in azione, è lo specchio dei bisogni di una città che si infrangono contro la manifesta resa al degrado.

Ma come si può giustificare tale cecità nei confronti delle istanze della città? Ma cosa si sta facendo per esempio per l’inclusione lavorativa? Anche in previsione della cessazione del reddito di cittadinanza? Ma si ha idea di quello che succederà? Ah… già… chi se ne frega?!?

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Di Ignazio Soresi

Classe 1969. Si forma dai gesuiti a Palermo. Studia Economia e Commercio, Scienze Politiche, Scienze Biologiche ed in età matura, Beni Culturali ad indirizzo Storico/archeologico. Opera in ambito turistico. Ha collaborato con diverse testate.