Ormai si tratta di un telenovela. I lavori non ultimati, le giostre sparite, controsoffitti che crollano, trappole per inciampare ed ora anche un ponteggio, la cui grata di protezione si è abbattuta nel cortile posteriore lato via Morana.

Indignarsi per il solito silenzio omertoso per le vicende che si sono succedute in questi mesi nell’edificio dell’istituto Giuseppe Bagnera, in questo caso pare pure poco. Qui non è solo il disservizio, ma tutta quella serie di considerazioni sulla messa in sicurezza di un cantiere, esterno al plesso per carità, ma che sul plesso incide. Trattandosi poi della sicurezza dei nostri figli, in tenera età, verrebbe anche da pensare a genialità mancate nella gestione di queste cose.
Il cassone per gli sfabbricidi che pare promettere voluttuosi spigoli sui quali sbucciare gomiti e ginocchia, ma la stessa traballante rete che come nassa per pesci, si presta alla pesca di nonna e nipote, attentando al femore e alle teste. Ecco, quella rete, quella nella foto, si è abbattuta a terra in un raro momento in cui nel cortile, fortunatamente, non c’era nessuno.

Quest’anno scolastico presso il circolo didattico intitolato all’illustre matematico bagherese, sarà un anno da dimenticare:
lavori di riqualificazione di alcune aree, palestra compresa, che andavano consegnate il 5 SETTEMBRE 2022, e che ad oggi non risultano ultimati; incontro coi portatori di interesse per l’assegnazione della gestione dell’atrio, andato deserto; un paio di incidenti di percorso, tra cadute di pannelli e di genitori e giovani alunni, la sparizione delle giostre per mano degli operai del comune, e qualcos’altro ancora che certamente dimentichiamo. Ma possibile che negli altri plessi non succeda mai nulla?!?
Oppure, molto più semplicemente, nessuno segnala perché le mamme sono più ligie alla parola d’ordine: SILENZIO?

Qualunque sia l’opzione, nel primo caso suggeriamo prima di procedere oltre, una benedizione doppia, con fiumi di acqua santa, nel secondo caso invece vale sempre la benedizione che male non fa, ma anche l’immersione delle teste di certi genitori e dirigenti scolastici nella suddetta acqua ad illuminare le menti di chi tace disservizi ai danni dei propri figli o dei propio collaboratori.

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