Mar. Apr 8th, 2025

A Bagheria, ogni tanto le cose cambiano. Osiamo sperare di avere portato fortuna essendo stati gli unici a dare voce alle istanze di questi cittadini.

Con una sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa, pronunciatasi positivamente su un ricorso patrocinato dall’avvocata Gaetana Naro avverso un diniego di nulla osta dell’ANAS per la regolarizzazione di un immobile ricadente in area vincolata, si accedono le speranze del comitato dei residenti che nei giorni scorsi aveva sollevato il problema a livello mediatico, (e di cui potete leggere qui)
A diffondere con soddisfazione la notizia è l’avvocata Nadia Riccobono, che da anni è in prima linea nell’affrontare  la problematica della difficoltà ad ottenere la sanatoria per alcuni  immobili ubicati in prossimità del tratto autostradale lungo le vie Filippo Buttitta e Scotto Lanza  di Bagheria, per i quali manca il nulla osta dell’ANAS. Proprio per affrontare l’annosa vicenda è stato istituito un comitato spontaneo di residenti con l’obiettivo di scuotere le Istituzioni a tutti i livelli, ed affrontare in modo concreto il problema, che crea una insopportabile disparità di trattamento tra quei cittadini che hanno definito la pratica e quelli che, avendola in itinere, non possono ottenere la concessione in sanatoria a causa del diniego di nulla osta dell’ANAS, per intervenuta modifica legislativa che ha elevato a 30 metri la distanza di rispetto autostradale.

Il CGA ha accolto le argomentazioni dei ricorrenti, affermando che la presenza della strada comunale, tracciata negli anni 70, ha irreversibilmente modificato l’originaria funzione della fascia di rispetto autostradale, per cui il diniego dell’ANAS risulta illegittimo.
Oggi mi sento di dire che la perseveranza e l’impegno ripagano, scrive l’avv. Riccobono sul suo profilo social.
Proprio oggi si inizia a scrivere una pagina di giustizia!
La sentenza riveste grande importanza per tutti i concittadini che aspettano di potere completare le pratiche di sanatoria da trenta anni, perché consentirà di potere avviare finalmente l’interlocuzione con l’ANAS e con l’amministrazione comunale e di affermare la legalità, garantendo  a tutti i cittadini vincolati dall’ANAS la parità di trattamento.

Rimane l’amarezza, aggiungiamo noi, del doversi costituire in comitati per fare sentire le istanze dei cittadini a chi non vuole ascoltare, in attesa che si istituisca la figura del mediatore di quartiere, cavallo di battaglia in campagna elettorale, nella speranza che il metodo di scelta non sia cucito addosso a qualche altro ammiocuggino.

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Di Ignazio Soresi

Classe 1969. Si forma dai gesuiti a Palermo. Studia Economia e Commercio, Scienze Politiche, Scienze Biologiche ed in età matura, Beni Culturali ad indirizzo Storico/archeologico. Opera in ambito turistico. Ha collaborato con diverse testate.