Sarà inaugurata il 5 Aprile, alle 18.30 presso lo Spazio eventi Il Bastione a piazza Francesco Crispi 13/14 a Cefalù, e resterà fruibile fino al 27.
Una rassegna antologica dell’artista siciliana Loredana La Placa, per ammirare le sue ricerche di materia e colore, dai fondali variopinti del mondo marino, alla libertà creativa dei Colours, ai moti del mare, alle tracce lasciate nel tentativo di svelare la bellezza nascosta di una purezza originaria e mai sopita.
Nella splendida cornice di Cefalù, paese di mare cristallino, di storia millenaria e di aspri monti a picco sulla costa Loredana La Placa espone una vasta panoramica delle proprie ricerche con la mostra antologica Maree curata dal critico d’arte Massimiliano Reggiani.
Le opere, basate per lo più su di una raffinata e personalissima tecnica di scivolamento dei pigmenti ancora liquidi, assecondando o accentuando gli effetti della gravità e la sorprendente varietà delle forme create attraverso la chimica dei colori, dialogano con il mare poco distante in un fraseggio leggero e scintillante.

I colori di Loredana La Placa e le sue composizioni che sembrano fluttuare in uno spazio senza peso saranno accompagnati dalla musica dell’arpa, suonata da Romina Copernico mentre la voce dell’evento sarà di Damiano Giunta. Oltre la musica anche le poesie di Domenico Galioto, La Mareni e Chiara Malvolti – tutte ispirate all’arte di Loredana La Placa – contribuiranno alla comprensione emozionale della mostra.
Come sottolinea il critico d’arte Massimiliano Reggiani:
L’arte di Loredana La Placa nasce da un’intima necessità di conservare un’emozione importante, di cristallizzare attraverso la materia e il colore un momento di pura bellezza. Il suo significato più profondo risiede nella volontà di opporsi alla superficiale frenesia del momento: le tecniche, gli stili caratteristici che ha creato sono strumentali a questa esigenza. Le sue opere sembrano danzare con ritmi differenti in un’unica grande sinfonia.
L’artista si stacca completamente dalla tradizione figurativa abolendo scorcio e prospettiva, illusione e profondità spaziale suggerita con artifici visivi. Prende dall’informale novecentesco la libertà del gesto e l’attenzione alla materia, il giusto dosaggio del peso visivo, il gusto raffinato dell’esplorazione cromatica e ne fa ingrediente della propria narrazione. Questi dipinti, infatti, raccontano ben oltre il proprio fascino materico.
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