…il Monte di Pietà non ne accetta in pegno“. Cosi conclude il proverbio con alcune variazioni regionali.
In questi giorni tanto si parla di beni confiscati alla mafia, per intenderci tutte quelle proprietà sottratte ai condannati per mafia perché ritenute realizzate con proventi illeciti, come per esempio i beni di Michele Aiello, il re della sanità Bagherese, che è stato condannato a 15 anni e 6 mesi di carcere per il reato di associazione mafiosa nel Processo Talpe alla DDA insieme, tra gli altri, all’ex Presidente della Regione Siciliana Salvatore Cuffaro condannato a 7 anni per favoreggiamento.
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Cuffaro oggi torna a governare a Bagheria con il rientro (se mai ne fosse uscito veramente non è dato sapere) in Democrazia Cristiana, del Sindaco Filippo Maria Tripoli, che sarà ufficializzato a breve.
Il sindaco di Bagheria ha ricevuto in questi giorni altri due beni da gestire e nel terribile clima generato dalla recentissima operazione della DDA ha velocemente indetto un evento che si è appena svolto, cosi a timpulata, come usano dire all’Accademia della Crusca.
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Ma proprio ieri, l’Ingegnere Orazio Amenta, che è, ed è stato, consulente di varie amministrazioni, attivista di vecchia data sul tema dei beni confiscati e dell’abusivismo edilizio, pubblicava, sulla sua pagina Facebook una interessante valutazione che potete leggere qui.
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Ancora una volta questa amministrazione è chiamata a scelte drastiche che toglierebbero ogni dubbio di mancanza di volontà a fare la differenza nei confronti del fenomeno mafioso, instillato dai troppi silenzi o dalla scelta di parlarne solo per innocui (a livello elettorale) massimi sistemi.
Ogni iniziativa sembra inesorabilmente legata ad interessi di consorterie e vassalli. Ogni appalto ha beneficiari a vario titolo. Ogni assegnazione sembra sia stata sapientemente sfruttata per il progetto (anche progetto politico), per il progettista, per la propaganda dell’assessore o del politico di turno.
Ci dovrebbe spiegare il Comune cosa sta succedendo con alcune sentenze del Consiglio di Giustiza Amministativa che sta annullando correttamente, tutta una serie di procedimenti di demolizione per abusivismo, firmati dalla stessa dipendente chiamata oggi a gestire i beni confiscati.
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Ecco cosa andrebbe abbattuto! Sia il sistema burocratico vetusto e tutto l’abusivismo che deturpa non solo il paesaggio ma la storia di questa città.
A partire dall’ecomostro del Sarello che, seppure non tutto abbattile per legge, potrebbe essere acquisito e abbattuto anche solo per dare un messaggio preciso alla direzione di tutela dell’ambiente che al momento il Comune ha soltanto violentato nonostante i proclami.
Per non parlare poi della Montagnola e di tutta la zona Serradifalco. Un consigliere comunale che starebbe dirigendo i lavori ristrutturando di fatto un edificio storico (ristrutturazione fatta passare per una imbiancata) sembrerebbe proprio senza nullaosta della sovrintendenza. O, ancora, veri poteri forti che salvano la casa di riposo dal fallimento intervenendo, imponendo piuttosto una liquidazione coatta, e tutto l’affaire concerti al Piccolo Parco Urbano che, quanto pare dalle intercettazioni, sarebbe organizzazione raggiungibile da certi personaggi (patrociniamolo di nuovo!).
E infine proprio in via Sofocle raccontata da Amenta nel suo post si è fatto tutto quello che si doveva fare?
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Una mancanza di trasparenza in cui eventualmente la mafia si nasconderebbe tanto bene. Perché scegliere queste cose poco opportune?
Il bene confiscato non lo ha confiscato il Comune, le indagini che portano alla confisca non sono in capo al Comune, ma una volta affidato la gestione è del Comune e il Comune deve fare la differenza.
Questo Comune può farla? È sufficientemente libero per farla?
E poi non ci si frantumino gli zebedei con la storia del confronto coi cittadini: avviene sempre e solo a cose fatte, quando e se avviene.
Ci sarà Cuffaro il 26 febbraio alla marcia dei valloni accanto al sindaco, al vicesindaco del PD e al presidente della Commissione Parlamentare Regioanale Antimafia, l’On. Piddino Antonello Cracolici?
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