Chiariamo subito: il pub non c’entra nulla con l’abbattimento dell’albero. Ma qualcosa comunque non quadra, lo dice anche Legambiente tra una farneticazione e l’altra.
Lunga vita e prosperità (cit.) ai proprietari e ai lavoratori del pub che anzi speriamo tragga giovamento da quanto stiamo raccontando e da quello che cerchiamo di capire, magari insieme a loro.
Il mistero dell’abbattimento del pino di via Dante si infittisce sempre più. L’intervento della sezione locale di Legambiente sui social, pare averlo capito nei dettagli, solo Cittadinanzattiva. Ci pare chiaro che non si è gradito il taglio, poi si fa riferimento a lavori e scavi (la riqualificazione di via Dante???) e si mostra una lettera che anticiperebbe gli eventi con una data in bella mostra che però non ha un minimo cenno di ricevuta, un numero di protocollo in entrata, niente di niente. Rischia di essere una risposta tardiva, spacciata per interventismo attento alla levata di scudi dell’opinione pubblica (magari avendo percepito un nuovo ingresso ambientalista nelle grazie dell’amministrazione).
Ma quali sono i lavori di cui parla?
Perché non ha pubblicato anche la relazione dell’agronomo a cui si fa riferimento? Leggendo il post dell’associazione, nascono delle perplessità sulla gestione di una parte di quel marciapiede che oggi risulterebbe proprietà privata di una società che fa capo alla famiglia del candidato sindaco Tommaso Gargano. Non del condomino, non suolo pubblico e nemmeno pertinenza dei proprietari delle mura del pub.
Ma allora i tavolini all’esterno come si giustificano? Il Comune si è fatto pagare suolo pubblico per una area che non è di sua proprietà? Il pub ha ricevuto il benestare da qualcuno che non aveva titolo per autorizzare non essendone proprietario? È possibile che nessuno si curi o controlli un dehors di una attività a Bagheria e ognuno possa fare di testa propria? La Società che oggi si ritrova proprietaria di quel marciapiede, si renderà ben conto di essere responsabile di quel che accade in quell’area, se non regolamentato da un contratto di cessione anche solo d’uso?
Ma questa città è davvero così: terra di nessuno? Chiunque di noi scende per strada con due sedie e un tavolino e può appropriarsi di uno spazio? Oppure è tutto organizzato per giustificare l’ennesimo taglio?
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