Starebbe per essere ufficializzato il grande bluff ai danni dei cittadini tutti e degli elettori di sinistra in particolare. Un grande ritorno a Bagheria la città che secondo il Sindaco Tripoli ha sconfitto la mafia.
Un grande successo si è ottenuto e lo ha sottolineato più volte il Sindaco Filippo Maria Tripoli: a Bagheria non si parla più di mafia, o se ne parla solo per massimi sistemi.
Che non si parli più della mafia vera è un successo da condividere con tutti gli attori sulla scena, soprattutto coi mafiosi, perché è proprio a loro che la cosa fa più comodo.
Bagheria è stato un territorio martoriato dalla presenza mafiosa di grosso calibro (in tutti i sensi), e se la storia ci ha consegnato il paradigma della collusione con la politica locale (e non solo) un simbolo più di tutti è stato quello che ha vissuto le accuse di vicinanza ed è quello della Democrazia Cristiana. Dall’Andreotti presunto mafioso, a Salvo Lima, a Ciancimino, e via via fino ai nostri giorni.
Ai nostri giorni e nei nostri luoghi, la mafia si è chiamata Michele Aiello che nel processo denominato “Talpe alla DDA” viene condannato per associazione mafiosa, e che il pentito Giuffrè indica come prestanome del boss Bernardo Provenzano (quell’inchiesta interessò anche la latitanza di Matteo Messina Denaro). Quel processo costò al Presidente della Regione Siciliana Salvatore Totò Cuffaro, 7 anni di carcere per favoreggiamento.
Oggi Totò Cuffaro è uomo anche politicamente riabilitato, e si prepara a tornare a Bagheria dall’ingresso principale. Dopo avere lavorato dietro le quinte per favorire la rielezione del suo delfino a sindaco della città, sbaragliando con abili mosse e, più o meno, ignari burattini, ogni forma di possibile concorrenza, a pochi mesi dalla rielezione, svela le carte in mano (oggi questa ricostruzione, lungamente solo supposta, trova conferma nei fatti n.d.a.)
Se mafia e politica si declinano, nell’immaginario collettivo e aldilà delle personalità, in Democrazia Cristiana, bisogna dire che questa amministrazione nulla ha fatto per andare in una direzione univoca di trasparenza cristallina, agendo in molte occasioni in maniera poco opportuna.
Il fatto quotidiano che riporta il pranzo del nostro sindaco con un personaggio indicato come prestanome di un mafioso, o ancora il Comune di Bagheria che non si costituisce parte civile, insieme ad AddioPizzo, in un processo ai taglieggiatori di un locale che ha avuto il coraggio di denunciarli, sono fatti che contribuiscono alla stesura di un quadro generale sconfortante.
Ma facciamo finta che tutto questo non conti: e tutta la gestione clientelare degli ammiocuggino, come la inquadri? Che le autorità non intervengano a chiarire certe cose non è affatto garanzia che certe cose siano lecite. In una città allo sbando e nell’anarchia totale a cui è lasciata, certi progetti riescono meglio e anche certi progettisti; e poi una sede e una poltrona non si negano a nessuno.
Quello che fa veramente paura in una amministrazione che ha attinto ad un elettorato di sinistra, è proprio il silenzio della sinistra che non prende posizione, che non si indigna e che conserverà le sue poltrone e magari esprimerà anche un candidato a sindaco, in futuro, proveniente dai fedelissimi sinistrorsi di Tripoli. Gente che già dopo l’articolo di oggi di Blog Sicilia che annuncia l’imminente ufficializzazione della reunion, dovrebbe lasciare la giunta e la maggioranza. Gente che Berlinguer al confronto era un moderato. Gente che resterà seduta con la scusa che le cose si cambiano dal di dentro, e nel di dentro stanno esplorando gli orifizi dei loro elettori.
Gente a cui andrà bene anche di stare in giunta con la Democrazia Cristiana che a differenza loro non ha avuto bisogno di nascondere un simbolo che non baratterebbe mai con la gestione meschina del proprio orticello, quello della Kultura, da un lato, che sperpera denaro pubblico e favorisce compagni e figli di compagni, e quello delle politiche sociali, dall’altro, che ha l’imperdonabile colpa di avere fatto diventare la città un immenso ghetto per il proprio tornaconto politico. Facce di una sinistra locale che sta per andare a braccetto con la DC. Nessuno può fare finta di non sapere o di non avere saputo sin dall’inizio. Da questi due mondi magari uscirà pure il candidato primo cittadino.
Nessuno avrà niente da ridire e da lamentare: i cittadini si metteranno in fila ad attendere il turno della clientela e del favore, e tutti saranno colpevoli, chi ha votato per becera ideologia, chi lo ha fatto per parentela, chi per clientela e persino chi non ha votato.
E anche in quest’ottica va assolutamente letta la mia pubblicazione, in quelle pagine e in quei documenti c’è il sistema che accontenta tutti, e oggi, di quel sistema, se ne conferma la paternità.
Ultimo inciso riguarda il tradimento di tutta la città: comunque ve la racconteranno, la pace in famiglia si farà in previsione delle elezioni regionali in cui il Sindaco Filippo Maria Tripoli ABBANDONERA’ il suo ruolo e i suoi cittadini, ma soprattutto consorterie e potentati che da Palazzo dei Normanni potrebbe garantire con minore efficacia nella spartizione del banchetto le cui portate si chiamano PUG, PUDM, PNRR, ITI, Bagheria Experience, Città delle Ville e del Gusto, Casa Museo del Cinema, pubblica illuminazione, metanizzazione, edilizia sociale e residenziale, ecc ecc ecc
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