Mer. Dic 18th, 2024

di Rocco Gumina

Commenti al Vangelo di chi è “svestito”, senza paramenti, dottrina e gerarchie, ma non per questo “senza Dio”.

Al centro della Parola di Dio della III domenica di Avvento si trova l’interrogativo che le folle – all’interno delle quali c’erano soldati e pubblicani – pongono a Giovanni Battista: Che cosa dobbiamo fare?
Quella riportata nel Vangelo di Luca è una domanda che assume i caratteri tanto della praticità quanto della quotidianità. In bocca a uomini e donne che cercano di rispondere alla chiamata divina, simile quesito risulta a tratti capace di squarciare il reale poiché dopo avere risposto positivamente all’appello del Signore della vita, l’esistenza è destinata a mutare in modo radicale a cominciare dalle opere e dagli affari di ogni giorno. E dunque le folle cercano di intendere cosa occorra fare negli impieghi e nelle fatiche del tempo ordinario affinché questi siano graditi agli occhi di Dio.


Quello riportato nella pagina evangelica di questa domenica è un quesito che si conforma anche ai lineamenti della contemporaneità. Difatti quante volte abbiamo ascoltato, sia da studiosi politici sia da gente comune, l’interrogativo congiunto al “cosa fare” in questa epoca di crisi che attraversiamo? 
In un interessante volume sul dono (Il dono nel tempo della crisi. Per una psicologia del riconoscimento, Raffaello Cortina Editore 2015), gli psicologi Cavaleri e Molinari sostengono che, in realtà, viviamo in un tempo nel quale «non sappiamo più cosa fare, cosa compete a noi o alle istituzioni, come reagire alle ingiustizie».

Foto dal web


Inoltre all’orizzonte non compare nessun profeta o “uomo forte” in grado di dare risposte risolutorie e neanche si registra un cammino comunitario capace di farci voltare pagina rispetto alle tragedie – guerre, crisi finanziarie, crescita delle diseguaglianze – dei nostri anni.
La risposta che Giovanni Battista pronuncia dinanzi al quesito sul “che fare” non ha nulla di straordinario poiché si fonda sulla fondamentale rilevanza del valore delle “piccole cose”. 
Il figlio di Zaccaria, infatti, invita a dare del cibo agli affamati, a coprire gli ignudi, a evitare di perseguitare i poveri e i bisognosi. La virtù delle piccole cose è quella che Gandalf presenta a Galadriel – la nobile elfa della saga del Signore degli anelli – quando questa chiede conto della scelta degli Hobbit per giungere alla distruzione dell’anello.

È chiaro che le “piccole cose” hanno sempre grande valore. Tuttavia quelle preannunciate da Giovanni si congiungono alla dinamica dell’attesa, e quindi della fiducia e della speranza, riposta nell’avvento del Signore. È un’attesa che rallegra l’esistenza, sottolineata in questa domenica di avvento finanche nella variazione di colore dal viola al rosa, e si tramuta in uno stile di vita connotato dall’amabilità nelle relazioni, dal respingimento di ansie e paure varie, dalla consapevolezza che il Regno è già qui in mezzo a noi.
In tal modo i discepoli del Cristo si lasciano plasmare dal Dio nel quale credono sino ad apparire diversi e rinnovati poiché non fanno il male e si occupano del prossimo.

Allora il profilo dei cristiani nel mondo genera una forma particolare di cittadinanza, come emerge bene nello scritto A Diogneto, contraddistinta non dalla paura della diversità o dal semplice rispetto delle leggi bensì dal tentativo di agire per imitare Dio-Amore.a
È un modo particolare di stare nella comunità umana caratterizzato dalla libertà, dalla solidarietà, dal rispetto, dalla capacità critica e propositiva.
Questo stile, annunciato prima con la vita e poi con le parole, fa del cristiano una sorta di “animatore del mondo” per il tramite di una gioia sovrabbondante che – come sostiene Paolo VI nell’esortazione apostolica Gaudete in Domino – è un dono dello Spirito Santo.


Rocco Gumina, insegna Religione cattolica nelle scuole statali a Palermo.
Scrive per VinoNuovo.it e per riviste specialistiche articoli su teologia, spiritualità e politica. Ha appena pubblicato “Giuseppe Dossetti: tra intenzione e fine. Gli anni dell’impegno politico (1943-1958)*, Il pozzo di Giacobbe, 2024

Si ringrazia

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Di Redazione

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